La storia del tè in Giappone
Come accaduto con altre attività e forme d’arte anche la cerimonia del tè giapponese è stata importata dalla Cina.
Il tè arriva in Giappone consumato in polvere all’incirca nell’ VIII secolo ad uso prima dei monaci buddisti, poi della classe imperiale e infine diventando popolare nel XII secolo con lo sviluppo di grandi campi di coltivazione, sopratutto della qualità verde.
Un ruolo chiave nella diffusione del tè in Giappone è dovuto anche al monaco buddista Eisai che aiutò a renderlo popolare con le sue divulgazioni e con la realizzazione del primo trattato giapponese sul tè: il Kissa Yōjōki.
In questo trattato veniva posta l’attenzione sui benefici salutari della bevanda, sugli effetti curativi e positivi sui 5 organici vitali.
Dal XV secolo il contesto inizia a spostarsi in vere e proprie sale da tè, precorritrici alle attuali cerimonie del tè.
La sala della cerimonia del tè
La cerimonia del tè giapponese viene condotta solitamente in una stanza specifica (Chashitsu) o adattata per lo scopo, prevalentemente con il pavimento in tatami e in passato in una capanna di legno e paglia dedicata.
Il luogo dove avviene la cerimonia è apparentemente molto semplice e poco decorato ad eccezione di una composizione floreale e una pergamena.
Le caratteristiche del chashitsu richiedono:
- il pavimento di tatami
- la presenza di Shoji (porte e finestre spesso scorrevoli usate nell’architettura
- giapponese tradizionale costituite da fogli traslucidi su un telaio in legno)
- la presenza del Tokonoma
- una grandezza di norma di 4,5 tatami per lo standard più diffuso
- una zona separata per la preparazione del tè chiamata mizuya
Inoltre ci saranno altri accorgimenti e variazioni di tema a seconda della stagione in cui si effettuerà la cerimonia del tè giapponese.
La procedura della cerimonia del tè
Essendo una vera e propria arte la procedura della cerimonia del tè giapponese tradizionale varia in base a molti parametri quali ad esempio il periodo, il luogo e l’orario.
Gli ospiti di norma indossano un kimono o dei vestiti austeri e tradizionali e sosteranno in una sala d’attesa dove porranno tutti gli oggetti superflui e gli verrà offerta una bevanda calda per poi attendere una chiamata per procedere verso lo tsukubai (un lavabo dove avviene la purificazione rituale lavandosi le mani e la bocca).
Percorreranno poi il roji (giardino che porta al chashitsu) e una volta arrivati si toglieranno le scarpe e si posizioneranno in ordine di importanza sul tatami inginocchiati su dei cuscini.
Nella stanza si godrà della vista del tokonoma, delle pergamene a tema, spesso stagionali e di tutti i pregevoli oggetti presenti utili alla cerimonia.
Mentre si inizierà a riscaldare l’acqua in un bollitore posto su di una stufa si assaggeranno dei piccoli pasti.
Una volta che il bollitore avrà raggiunto la temperatura il tè, sotto forma di fine polvere (matcha), verrà mescolato con l’acqua calda.
Dopo una pausa durante la quale gli ospiti si sposteranno in un’anticamera, questi torneranno nella sala principale dove puliranno in forma rituale gli utensili da tè.
Dopo un inchino il tè inizierà ad essere servito in una tazza comune che gli ospiti roteranno prima di sorseggiare per non bere nello stesso punto dell’ospite precedente, poi la tazza verrà pulita e passata all’ospite successivo fino all’ultimo.
Finita questa fase solenne si passerà ad una fase più informale dove ognuno berrà da una tazza propria, si osserveranno i pregevoli attrezzi da tè e verranno serviti dei dolci e un set per fumatori.
Gli utensili delle cerimonia del tè giapponese
Gli utensili delle cerimonia del tè giapponese si possono dividere in 5 categorie:
- sōshoku dōgu (oggetti decorativi)
- dōgu (oggetti per il pasto)
- temae dōgu (oggetti per la preparazione e il servizio)
- mizuya dōgu (oggetti usati nella mizuya)
- machiai dōgu (oggetti per la sala d’attesa)
Tutti gli oggetti contestualizzati per la cerimonia del tè superano abbondantemente i cinquantina pezzi tra mobilio, contenitori per cibo e per l’acqua, articoli legati al carbone e ai bracieri, articoli di tessuto, bollitori, ciotole, fiori, pentole, materiali per fumatori, articoli legati ai dolci, vassoi e fruste per preparare il tè.
Lo zen nella cerimonia del tè
Il monaco buddista Sen no Rikyū, grande maestro del tè dello stile Wabi-cha fonda la cerimonia su 4 principi:
- Armonia (tra l’ospite e tutto quello che lo circonda),
- rispetto (tra l’ospite e tutto quello che lo circonda),
- purezza (degli utensili, della mente)
- tranquillità (che deve pervadere la stanza, tutto ciò che potrebbe minare la pace deve rimanere fuori).
Tutto il percorso, che dura circa 4 ore, è pregno di rituali, di movenze, di gesti solenni quanto rispettosi e distaccati.
Lo zen è dentro ogni piccolo movimento, in ogni fase della cerimonia e risponde alle regole estetiche zen, al concetto di wabi-sabi quanto a quello del vuoto.
Ogni utensile sarà in un posto preciso, l’estetica è fortemente presente nelle fasi preliminari e di preparazione distaccandosi nell’atto finale del sorseggiare.
Infatti la cerimonia del tè non ha il suo fulcro nell’atto finale ma in tutti quegli elementi che la compongono e circondano e nello stato mentale nella quale si entra preparandosi e assistendo al rituale.