Il Bunjin o stile Literati, nasce e si sviluppa nel tempo come un principio di ricerca della vera libertà.
Viene definito “Literati” in quanto rappresenta un movimento apprezzato e sposato dai letterati, tra cui dotti, aristocratici e intellettuali prima cinesi (periodo Tang) e poi giapponesi.
Definirlo come stile, tuttavia, non è del tutto esatto, dato che il Bunjin rappresenta un sistema d’idee basate su un modo di vivere la vita in maniera differente, senza vincoli e regole.
Cercare di descrivere ulteriori tratti dello stile Bunjin è quasi impossibile, perché la mancanza di regole precise è l’unica caratteristica che di fatto lo differenzia da tutti gli altri stili, rappresentando in un certo senso una forma di “trasgressione”.
Si tratta di un movimento che mette in evidenza semplicità ed essenzialità, un miscuglio di tante idee che raggruppate tra loro hanno generato una nuova concezione di vita, più che uno stile formale.
Conosciamone la storia.
Storia del Bunjin
Non esistono fatti certi relativi alla nascita della filosofia Bunjin, tuttavia si presume che la sua prima comparsa vada attribuita a un aristocratico che decise di intraprendere uno stile di vita che potesse farlo sentire libero da tutti i vincoli imposti dalla società.
Questo nuovo modo di pensare si trasforma definitivamente in uno stile definito nel momento in cui anche in campo artistico le idee del Bunjin iniziano a diffondersi.
Il movimento Nanga, composto da artisti nomadi, rappresenta il capostipite dello stile Literati nell’arte.
I suoi membri esprimono una concezione di arte totalmente fuori da ogni schema, mettendo in risalto opere dai caratteri inediti e anti convenzionali, in grado di smontare i capisaldi dei diversi stili di pittura esistenti.
I protagonisti delle loro opere sono piante e alberi costretti a sopravvivere in una condizione di forte disagio.
Possono essere piante colpite da tempeste e bufere o sovrastati da alberi che non permettono di far arrivare la luce del sole, fermandone così lo sviluppo.
Ed è proprio questa la particolarità dello stile Literati: riflettere un tono drammatico attraverso la sofferenza tangibile dell’albero o della pianta, rappresentata con delle pennellate morbide che raffigurano un tronco lungo e inclinato che poggia su una chioma sofferente ma maggiormente sviluppata rispetto al busto.
Il Bunjin nel bonsai
L’applicazione del Bunjin nell’arte ha dato ispirazione anche ai maestri bonsai dell’epoca, desiderosi di cimentarsi in questo nuovo stile.
Anche negli stili bonsai, la progettazione nello Literati non segue delle regole fisse, ma poggia le sue basi su una concezione condivisa dai suoi membri: rappresentare la semplicità attraverso combinazioni estetiche differenti che possano, al tempo stesso, mettere in risalto la spiritualità dello stile.
Come nell’arte, anche qui il ruolo del tronco è fondamentale e segna un elemento di rottura con tutti gli altri stili.
Lo stile Bunjin applicato al bonsai prevede un tronco privo quasi del tutto di rami, inclinato e intrecciato su se stesso. In particolare, l’intrecciatura del tronco non viene contemplata in nessun stile, ma nel caso dei Literati costituisce un tratto distintivo.
La chioma non viene lavorata particolarmente, in quanto resterà prevalentemente piccola e con una forma contenuta per risultato finale del tutto inedito, con un bonsai che all’apparenza sembra privo di equilibrio con un tronco lungo e curvo, come se stesse per cadere e quasi senza foglie.
Per concludere
Abbiamo approfondito storia e nascita di un movimento che ha fatto dell’essenzialità e della spiritualità il suo punto di forza.
Un taglio netto verso tutti quei sistemi pieni di regole da seguire e un richiamo alla pura semplicità per poter assaporare realmente quel senso di libertà che ogni individuo ricerca per tutta la vita.