L’influenza dello zen assume varie forme ed è percepibile in diverse arti e riti, dai più popolari a quelli maggiormente di nicchia.
La ricerca di semplicità, intuizione e minimalismo, rappresentano alcuni dei caratteri distintivi nell’arte e nella cultura.

Scopriamo quali arti sono state maggiormente influenzate dallo zen.

La poesia (haiku)

Si tratta di un tipo di composizione molto particolare che tende a valorizzare l’intera struttura dei versi, senza concentrarsi più di tanto sulla ricerca delle rime.
L’obiettivo della poesia zen è trasmettere attraverso le parole un determinato stato d’animo, in grado di poter risolvere il problema posto nelle strofe.
La ricerca della semplicità nei versi rappresenta un ulteriore carattere distintivo dell’haiku così come la sorpresa che viene generata agli occhi del lettore nel momento in cui viene percepita l’intuizione dell’autore.
Proprio per via di uno schema complesso che non segue regole fisse, il lettore può anche trovarsi in una situazione che non gli permette di comprendere pienamente il significato dei versi.

La cerimonia del tè (Cha no yu o Chado)

La cerimonia del tè è un rituale tradizionale giapponese in cui l’acqua calda viene versata sulle foglie di tè e il bevitore si impegna in una varietà di attività, tra cui bere il tè, apprezzarne il gusto e l’aroma e contemplare il significato della vita.
Preparare e bere il tè rappresenta un modo per onorare gli ospiti e condividere con loro la pace e la tranquillità generata dalla bevanda calda.
La cerimonia si svolge in uno spazio intimo, semplice ed elegante, in grado di riflettere il principio estetico zen.
Anche la preparazione del tè ricopre una certa importanza: durante questa fase, infatti, il “maestro del tè” prepara e versa la bevanda agli ospiti che attenderanno seduti attorno a un tavolo.
Una volta ricevuta la bevanda utilizzeranno una frusta in bambù per miscelare, aggiungendo eventualmente zucchero e aromi.
Il rituale del tè è un modo per promuovere pace e serenità, concentrarsi sul presente e riflettere sulle proprie azioni.

cerimonia del te

Il tiro con l’arco (kyudo)

Anche il tiro con l’arco è una delle arti che ha subito importanti influenze.

Secondo la cultura zen, infatti, la tecnica del tiro con l’arco deve seguire otto passaggi fondamentali.

  • Ashibumi: il punto di partenza, nonché uno dei più importanti, e riguarda la corretta posizione dei piedi. La posizione dei piedi deve essere aperta e devono essere distanziati tra loro, evitando di ondeggiare per non compromettere la stabilità e la buona riuscita del tiro. La distribuzione del peso deve essere uniforme, garantendo così il corretto equilibrio del corpo.
  • Dozukuri: è la fase successiva all’ashibumi, attraverso cui ci si dedica alla corretta postura della parte superiore del corpo. Una postura corretta deve essere in grado di mantenere spalle e braccia sulla stessa linea dei piedi.
  • Yugamae: in questa fase ci si concentra sui movimenti per reggere correttamente l’arco. Esistono diversi stili di tiro, ma nella maggioranza dei casi vengono utilizzate tre o quattro dita della mano.
  • Uchiokoshi: durante questo frangente l’obiettivo è riuscire a sollevare correttamente l’arco. La tecnica corretta prevede un movimento fluido e rilassato, con le braccia che vanno a formare un angolo di 45 gradi.
  • Hikiwake: qui l’individuo deve essere in grado di tendere l’arco. Anche qui esistono differenti stili.
  • Kai: uno dei tratti più delicati è la fase di tiro, definita appunto kai. Le regole sulla postura e sulla corretta impugnatura dell’arco sono influenti, ma un tiro di successo dipende principalmente dal kai.
  • Hanare: subito dopo il tiro, il kai, l’hanare è il momento in cui viene rilasciata la freccia.
  • Yudaoshi: la fase finale in cui si abbassa l’arco, sempre con lo sguardo verso l’obiettivo e le braccia che scendono lentamente sui fianchi.

L’arte della spada (kendo)

La spada per la cultura orientale rappresenta da sempre un simbolo di purezza.

A differenza della cultura occidentale che identifica la spada esclusivamente come un’arma, in oriente assume un significato più profondo.

Nella cultura zen la spada racchiude potenza, potere e virtù, oltre a rappresentare un inno al coraggio e alla determinazione.

Il compito del guerriero è quello di creare un corpo unico tra lui e la spada, instaurando una profonda sintonia ed esprimendosi insieme nella tecnica e nello spirito.

La spada va coccolata e ammirata, motivo per cui contemplazione e lucidatura della spada rappresentano dei veri e propri esercizi spirituali.

Questo è ciò che dovrebbe incarnare lo spirito del guerriero orientale.

La composizione dei fiori (ikebana)

La composizione dei fiori ha radici profonde nel tempo nella cultura giapponese.

Definita anche come “ikebana”, da sempre è considerata come una forma d’arte in grado di generare armonia con la natura.

Questo legame con la natura viene percepito in maniera più netta analizzando il significato del termine “ikebana”, ovvero “portare i fiori alla vita”, attraverso una pluralità di stili, tecniche e composizioni.

Le diverse scuole utilizzano stili più o meno elaborati, esaltando l’estetica attraverso la messa in pratica di differenti concetti.

In linea generale, però, esistono delle regole che bisogna necessariamente seguire per garantire il buono risultato dell’ikebana, tra cui:

  • Utilizzare solo elementi naturali per valorizzare l’armonia tra uomo e natura. Rami, foglie e boccioli sono perfetti per una corretta composizione.
  • La scelta degli elementi da utilizzare nell’ikebana non deve essere casuale, ma piuttosto deve essere in grado di esaltare e far comprendere il significato. Il bocciolo rappresenta il concetto di energia, trasformazione e vitalità.
  • Una corretta composizione di fiori zen deve essere in grado di rappresentare l’armonia tra uomo e natura senza eccedere nella composizione. Quando creiamo il nostro ikebana non bisognerà riempire a tappo tutti gli spazi, evitando di sovraccaricare il tutto.
  • Infine, per quanto riguarda l’utilizzo del vaso, esiste solo una regola: non utilizzare vasi trasparenti. Per tutto il resto colui che decide di comporre il proprio ikebana può spaziare nelle diverse tipologie di vaso o utilizzare addirittura anche elementi naturale come dei tronchi o cortecce.

ikebana

Il teatro (No)

Anche il teatro rappresenta un’arte fortemente influenzata dallo zen, specialmente il ramo drammatico della recitazione.

La realizzazione di drammi danzanti in grado di trasmettere una sensazione di dolce malinconia, è ciò che distingue questa nuova rappresentazione di teatro.

Secondo la filosofia zen, il maestro è in grado di percepire se la rappresentazione andrà bene o meno soltanto guardando il proprio pubblico.

Ma per un dramma di successo è necessario che gli attori siano disposti a coltivare il proprio talento, attraverso studio continuo e recitando.

L’attore perfetto sarà colui in grado di equilibrare perfettamente lo ying e lo yang, raggiungendo una competa padronanza della scena e instaurando un rapporto diretto con gli spettatori.

La calligrafia (shodo)

La calligrafia zen nasce avendo sin da subito forte elemento distintivo, ovvero la tendenza a creare un corpo unico tra immagini e parole, in grado di rappresentare il concetto di meditazione dello scrittore.

Questo particolare tipo di scrittura è uno dei dettami dello stile Hitsuzendo, sviluppatosi nei primi anni del 1900.

Il termine indica la via della scrittura ed è un tipo di scrittura che poggia le sue fondamenta su delle regole che prevedono l’utilizzo di grossi pennelli utilizzati rigorosamente in piedi.

Lo Zenga, a differenza di tutti gli altri stili, fa riferimento all’antica tecnica di scrittura dei monaci zen, prediligendo la rottura con le classiche regole.

Lo shodo ha influenzato anche la tecnica del sumi-e.

Non avere regole è ciò che permette all’uomo di poter esprimere la sua creatività e arte, arrivando ad uno stato meditativo assoluto che l’utilizzo di regole rigidi non riuscirebbe a garantire.

Le arti marziali

Lo zen nelle arti marziali ha avuto una forte influenza. Discipline come l’aikido, il judo o il karate permettono di liberare la mente da tutto ciò che non ci rende liberi di esprimere il nostro valore e apprezzare la vita.

Questo tipo di arti marziali lavora molto sulla mente e sulla mentalità degli allievi, cercando di liberarla da pensieri sbagliati, tentando di elevarla a qualcosa di superiore.

Questo garantisce anche evidenti vantaggi fisici legati alle performance, perché una mente libera sarà in grado di rispondere in maniera più lucida e rapida a tutti gli impulsi esterni.

La libertà mentale, inoltre, permette di poter comprendere meglio intenzioni e comportamenti dell’avversario, scoprendo così quali sono i suoi punti di debolezza per sfruttarli a suo discapito.

Questo è ciò che vuole trasmettere lo zen: liberare la mente da pensieri errati per aprirsi a qualcosa di più grande.

Per concludere

Abbiamo visto quanto sia importante il concetto di zen nella cultura orientale.

Un modo di pensare che ha influenzato per secoli arte, cultura e usi dell’intero oriente che ancora oggi ne beneficia.

Un tentativo di elevarsi a qualcosa di spiritualmente superiore poggiando le basi sul rispetto della natura e del mondo.

Author Redazione

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