Questo non vuol dire che il vaso bonsai debba essere anonimo: si potrà scegliere per la propria pianta anche un vaso bonsai appariscente, ma sempre conoscendo le regole per poi eventualmente superarle.
Oggi la scelta è vastissima e i vasi si possono catalogare ad esempio per zona di produzione, forma, colore, materiale, età e tipo di produzione ed autori.
In base allo stile del bonsai e alla tipologia della pianta si potranno avere diversi abbinamenti di vasi bonsai, è quindi importante fare un’attenta valutazione tecnica ed estetica per effettuare la scelta migliore.
LA STORIA DEL VASO BONSAI
I primi vasi bonsai furono prodotti in Cina e solo in seguito anche in Giappone.
Di conseguenza i giapponesi in principio importavano i vasi cinesi e in modeste quantità anche dalla Corea e dall’Asia meridionale.
Pian piano che il bonsai e i vasi si diffondevano nel mondo anche altre nazioni iniziarono a produrre i propri vasi bonsai, in Europa come in America.
IN CINA
In Cina la produzione dei vasi di porcellana parte dalla dinastia Liu Song o dinastia Song Meridionale (420-479).
Questi vasi erano esemplari preziosi e ancora non venivano usati come contenitori per i bonsai, cosa che successe solo a metà del 1600.
I vasi cinesi sono sempre stati considerati tra i migliori al mondo tanto è vero che ancora oggi si cerca di imitare la qualità dei vasi antichi.
La Cina nell’arco dei secoli ha avuto modo di esportare una grande quantità di vasi e di vasi bonsai grazie alle lavorazioni e ai metodi qualitativamente superiori.
IN GIAPPONE
Inizialmente In Giappone erano diffusi i vasi di origine cinese, più antichi e pregiati, in principio di terracotta.
Infatti i primi vasi bonsai nipponici risalgono solo a circa 800 anni fa, anche se sono molto rari, aumentando poi la produzione e diffondendosi in maniera più capillare solo circa altri 200 anni dopo.
Le fornaci più antiche del Giappone erano nelle località di Tokoname, Tanba, Bizen, Shigaraki, Echizen e Seto.
Durante il periodo Edo (1603-1867) Gli Shogun della famiglia Tokugawa per proteggere le antiche fornaci decisero di limitare la produzione dei vasi bonsai dando di fatto al via alla produzione in tutto il resto dello stato insulare.
I vasi bonsai cinesi importati erano classificati in base a quanti anni erano trascorsi dal loro arrivo in Giappone:
- Kowata-ri (200-300 anni fa)
- Nakawatari (60-100 anni fa)
- Shin-watare (prima della Seconda Guerra Mondiale)
- Shin-shin-to (dopo la Seconda Guerra Mondiale)
MATERIALI
I materiali più utilizzati per fabbricare un vaso bonsai sono: il gres, la porcellana e la terracotta che vengono cotti ad altissime temperature e lentamente.
Una caratteristica importante dei vasi bonsai è la porosità che aiuta a sviluppare l’apparato radicale della pianta e aumenta la resistenza al gelo.
Possono inoltre essere o non essere smaltati e in aggiunta decorati.
Per un determinato periodo sia i vasi cinesi che giapponesi avevano impresso un sigillo che stava a indicare la fornace, l’autore e/o la data di produzione.
Naturalmente si parla di vasi finiti per piante mature.
Quando la pianta è ancora in fase di coltivazione e/o in fase di grandi lavorazioni è solito trovarla in vasi di coltivazione che possono essere di materiale plastico, di legno o comunque di un materiale poco pregiato in quanto materiale da preparazione.
I vasi cinesi rispetto a quelli giapponesi erano più porosi e leggeri e con eccezione di quelli antichissimi di proprietà imperiali i vasi cinesi mostravano il nome della fornace o della dinastia regnante, quelli giapponesi invece il nome del vasaio.
FORME E STRUTTURE DEI VASI BONSAI
Il vaso bonsai è formato da bordo, corpo, spigoli e piedini ed esistono una miriade di combinazioni tra questi elementi che cambieranno forme, colori, materiali, aspetto, rifinitura e tanto altro rendendo ogni vaso pregiato unico.
I vasi molto piccoli sono chiamati Kohachi e sono usati anche come oggetto da collezionare.
Esistono moltissime forme di vasi bonsai, più altre meno convenzionali e totalmente fatti a mano.
Stesse forme di vasi possono differire per grandezza e profondità, è quindi importante fare un’attenta analisi e considerare ogni aspetto durante la scelta del vaso.
Esistono anche dei vasi bonsai senza fori di drenaggio e che sono lunghi e piatti che vengono usati solitamente per lo stile su roccia o per le composizioni floreali.
ESTETICA
Nonostante alcuni suggerimenti di massima per selezionare il vaso o i vasi più adatti ad un determinato bonsai, la scelta si deve basare anche sugli aspetti estetici e artistici dell’insieme.
L’armonia è una delle peculiarità importanti, come lo shibui: la bellezza semplice e sottile.
Va inoltre considerato ogni aspetto della struttura del vaso che potrebbe valorizzare o penalizzare la pianta.
A seconda della pianta da rinvasare potremmo usare un vaso a forma Shin (formale, con forme lineari, quadrata o rettangolare), Gyo (informale, tondo, ovale rettangolare, quadrato e descritti con linee morbide, dai piedini al corpo e bordi) e So (essenziali , sovente rustici che riportano ai colori della terra).
ABBINAMENTI
Considerando sempre che la scelta del vaso si rifà all’analisi estetica, artistica e alle regole del bonsai di seguito vengono riportati alcuni suggerimenti di base per accostare il vaso ad alcuni stili bonsai.
- Eretto formale
rettangolare, quadrato, ovale - Eretto informale
rettangolare, ovale, rotondo - Cascata
rotondo, quadrato, esagonale, ottagonale, - Semi cascata
rettangolare, quadrato, esagonale, ottagonale, rotondo - Bunjin
Racchiude molte forme diverse ed essenziali, semplici, minimal e prive di ogni eccesso - Inclinato
Ovale, rotondo, rettangolare - Battuto dal vento
Ovale o rettangolare
ESEMPI
Quelli che seguono sono degli esempi di vasi bonsai tratti dal libro del Maestro Kunyo Kobayashi “ The World of Bonsai Artist Kunio Kobayashi”.