In effetti anche se sono due mondi distinti entrambi sono collegati dalla mano orientale e sopratutto dai valori culturali, emozionali ed estetici frutto di tradizioni millenarie.
Suiseki: cosa significa e cosa sono
Suiseki dal giapponese “Pietra lavorata dall’acqua” è l’arte che comprende la ricerca, la pulizia e la presentazione di pietre raccolte in natura con delle forme particolari (spesso ispirate ad elementi naturali, cose o animali) apprezzate per il loro valore estetico, decorativo e atte a favorire la meditazione.
Originalmente il nome era Sansui-seki (pietre paesaggio) ma in seguito si è adottata la forma abbreviata Suiseki (acqua-pietra).
I suiseki hanno le forme levigate dalla natura e vengono molto apprezzati per questo, infatti sono poco tollerati gli interventi umani se non quelli limitati alla pulizia e alla lucidatura del materiale.
John Naka nel libro “Tecniche bonsai 2” li classifica in 5 categorie:
- Pietra assomigliante ad una montagna o isola
- Pietra con riferimenti ad animali o uccelli
- Pietra dalla forma astratta
- Pietra con delle concrezioni
- Pietra colorata
Esistono tuttavia anche altre scale di valutazione come ad esempio il luogo di raccolta, la grandezza, la qualità e l’età o che vadano ad approfondire le macro categorie elaborate da
J. Naka.
![paesaggio suiseki](https://bonsaicreativo.it/wp-content/uploads/2021/05/paesaggio-suiseki-1024x423.jpg)
Storia del Suiseki
Come altre discipline nipponiche anche il suiseki ha avuto origine in Cina con il nome di Gonshi ed è stato introdotto successivamente in Giappone (VI secolo d.C.) dai monaci cinesi, influenzando anche la Corea (Suseok).
Inizialmente i Gonshi, prima di diffondersi più ampiamente nella popolazione erano utilizzati dalla casta colta per meditare, ragionare e fare apprezzamenti sul mondo e la natura, per un appagamento culturale con forti richiami filosofici, mitologici e religiosi (Daoismo o Taoismo).
Anche una volta arrivata in Giappone questa arte iniziò a diffondersi prima tra i ceti più istruiti applicandone i concetti estetici usati anche per i bonsai e studiando e filosofeggiando sull’argomento.
I suseok coreani (pietra di lunga durata) hanno origine votiva e millenaria e possono avere varie forme, colori e dimensioni.
I più grandi sono tenuti all’esterno, in giardino o a decorare un portone, anche se quelli di maggior valore sono quelli di dimensioni più contenute raccolti in riva ad un ruscello, in montagna o al mare.
Negli anni ’80 il suiseki ha iniziato a ricevere interesse e a diffondersi anche in America e in Europa specialmente in Italia, in Germania, in Gran Bretagna e in Repubblica Ceca.
Suiseki: dove trovarli?
Il materiale dei suiseki solitamente è di tipo magmatico e metamorfico.
I suiseki possono essere rinvenuti nei pressi dei fiumi e dei mari, ma anche in collina e in montagna.
Bisogna avere l’occhio allenato e alcune volte scavare un po’ per far uscire la pietra desiderata, sempre rispettando la natura e gli eventuali possessori del terreno, pubblico o privato.
Come pulire i suiseki
Pulire un suiseki è un tema complicato in quanto esistono tante correnti di pensiero e molti appassionati usano dei metodi diversi tra di loro.
Uno dei metodi più usati è quello, dopo aver lavato accuratamente la pietra, di usare delle spazzole in metallo o in materiale più morbido attaccate ad una mola o ad un trapano (dipende dalla durezza della pietra e dallo sporco).
Per arrivare in profondità si possono usare spazzolini con setole di durezza variabile.
Con questo metodo però bisogna fare attenzione a non graffiare la pietra.
Un altro modo è quello di sabbiare il suiseki: questo è un metodo che richiede più dimestichezza e attenzione, da far utilizzare a persone già navigate e non improvvisate.
Qualcuno addirittura immerge le pietre nell’acido per far corrodere la patina di sporco per poi risciacquare accuratamente il tutto.
Anche in questo caso è perentorio dire che è un metodo che deve essere usato solo dai professionisti e non dagli amatori o improvvisati perché si entra in contatto con materiali altamente tossici e pericolosi.
Infine c’è chi usa anche l’anti calcare o altri prodotti a base leggermente abrasiva.
L’estetica nel suiseki
La divisione dei suiseki fondamentalmente avviene tra due aspetti:
- la pietra viene posta su una base in legno (daiza)
- la pietra viene posta in una ciotola di ceramica (suiban) o di bronzo (doban)
Come nel bonsai anche nel suiseki si introducono i concetti di wabi-sabi, yugen e shibui in quanto questi valori estetici ben si adattano a descrivere il suiseki fortemente influenzato dallo zen e dal Buddhismo.
Le “pietre lavorate dall’acqua” si possono inoltre analizzare secondo i sette principi dell’estetica zen:
- Kanso (sobrietà)
- Koko (austera dignità)
- Shizen (naturalezza)
- Yugen (impenetrabile profondità)
- Fukinsei (asimmetria)
- Datsuzoku (libertà dell’attaccamento)
- Seijaku (serenità)
Data l’importanza e il valore delle pietre è possibile allestirle anche nel Tokomoma o posizionarle su un tavolino da esposizione.
![suiseki scuro](https://bonsaicreativo.it/wp-content/uploads/2021/05/suiseki-scuro-e1619427119547.jpg)
Quanto costa un suiseki
Nel mercato asiatico, che è quello più attivo rispetto a quello europeo e americano, i prezzi per un suiseki possono salire vertiginosamente, superando anche di molto, in caso di pezzi pregiati, tranquillamente le 100.000 €.
Il prezzo è influenzato da una serie di parametri quali il colore, la forma, la qualità della pietra, l’età e la sua finitura.