La katana o uchigatana è la celebre arma utilizzata per secoli dai samurai giapponesi e rappresenta da sempre un tratto distintivo della cultura nipponica e dell’immaginario comune.

Storia della katana

dettaglio katana

La nascita della spada katana risale circa al 1450 durante il periodo Muromachi, periodo in cui i fabbri giapponesi decisero di apportare una serie di modifiche alle armi a corto raggio già esistenti, cercando di perfezionarle puntando su una maggiore longevità e facilità d’utilizzo.

Per fare ciò si è ricorso in fase di creazione alla combinazione di diversi tipi di ferro acciaioso abbinato a delle differenti quantità di carbonio, il segreto delle grandi e rinomate doti di resistenza e flessibilità dell’uchigatana.

Il successo di questo mix di materiali è testimoniato anche dal fatto che a partire dalle prime produzioni della katana il processo è rimasto pressoché invariato.

Se è vero che i materiali di produzione sono rimasti gli stessi nei secoli, la forma della spada giapponese, invece, ha subito diverse modifiche.

Dalla spada nipponica ideale per la cavalleria si passa al mutare degli anni e delle modalità di combattimento all’uchigatana: adattata come arma principale per le truppe coinvolte in combattimenti a contatto ravvicinato, dove era fondamentale riuscire a combinare velocità di estrazione e dei fendenti alla precisione dei colpi.

A livello strutturale la curvatura e la lunghezza della lama sono state le modifiche più importanti per ovviare a questa nuova necessità, dimezzando così il tempo necessario per estrarre la katana e sferrare il colpo.

La lama dell’uchigatana è stata progettata per ottenere dei tagli netti e decisi in grado di tranciare il nemico, portandolo alla morte anche con un solo colpo e ha rappresentato la principale arma samurai fino a circa la fine del 1800, anno dopo il quale la produzione di quantità importanti è stata arrestata.

Altri tipi di spade furono prodotte fino alla Seconda Guerra Mondiale ma per qualità, materiali e tecniche di forgiatura non potevano nemmeno lontanamente accostarsi alle spade forgiate a mano dagli antichi fabbri per i samurai.

Oggi la spada katana ha parzialmente perso il valore mistico attribuitogli in passato, tuttavia la produzione odierna non si è fermata anche se ha subito dei cambiamenti importanti nei metodi di produzione segnando così la fine di un’era.

Non solo. A subire cambiamenti drastici è anche il fine per cui oggi vengono prodotte le katane, dato che sono destinate principalmente a collezionisti e amanti del genere, disposti ad acquistare l’uchigatana anche a prezzi importanti.

Parti della katana

parti katana

Diverse componenti della katana hanno subito variazioni nel corso del tempo.
Trovare il mix perfetto tra curvatura e lunghezza della lama ha richiesto anni di studio e lavoro.

In linea generale però possiamo dire che la spada katana ha una lunghezza superiore a 60,6 cm, un’impugnatura comoda per poter accogliere due mani ed è così composta:

  • tsuka: impugnatura;
  • tsuka-ito: parte intrecciata del manico, fondamentale per mantenere la presa salda della mano sulla katana;
  • fuchi: bordo metallico posto tra tsuba e tsuka;
  • tsuba: guardia adibita a proteggere la mano posta tra l’impugnatura e la lama;
  • nagasa: lama dell’uchigatana, curva e di medie dimensioni;
  • ha: il filo della lama;
  • saya: fodero.

Forgiatura, tempra e affilatura della katana

La forgiatura della katana giapponese è unica nel suo genere e richiede dei passaggi lunghi e complessi.

Per forgiare l’uchigatana, l’acciaio utilizzato per la sua produzione viene fatto riscaldare a temperature altissime e successivamente piegato più volte su sé stesso.

Le combinazioni di acciaio a differenti quantità di carbonio garantiscono un prodotto finale di altissima qualità, dato che le numerose pieghe agiranno in maniera differenti sugli acciai, garantendo la massima longevità della lama anche sotto sforzo.

Durante la fase di produzione è necessario inoltre fare attenzione alla presenza di eventuali bolle d’aria nell’acciaio, perché rischierebbero di compromettere la resistenza dell’arma.

Una volta ultimati questi processi è necessario far raffreddare la katana.

Per evitare la rottura dell’arma dovuta ad un raffreddamento brusco, i fabbri giapponesi utilizzavano degli strati d’argilla passati su tutta la lama in quantità differenti e successivamente riscaldata di nuovo ad alte temperature fin quando non arrivava la temperatura ideale, una volta raggiunta la quale era possibile chiudere questa fase di produzione.

La parte finale del processo di creazione della lama prevede il raffreddamento del prodotto finito in acqua con l’argilla che andrà a proteggere la lama e che soprattutto ne andrà a preservare i vari gradi di durezza.

Il processo di stratificazione della lama della katana, ben visibile osservandola da vicino, prende il nome di tempra differenziale.

Una volta completato il raffreddamento si procede ai ritocchi e alla fabbricazione del fodero.

Per quanto riguarda il processo di affilatura, è consigliabile utilizzare delle pietre definite “nagura”.

Si inizia con l’affilatura grossolana utilizzando la “botan”, passando successivamente a mejiro, tenjou e koma per rifinire i dettagli.

Esposizione della katana

La katana viene esposta solitamente su un supporto di legno chiamato katana kake.
È possibile trovare esposte oltre alla katana anche le altre due lame che il samurai portava con sé ossia la wakizashi e il tanto.

uchigatana

Author Redazione

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