Perché si pratica il rinvaso bonsai
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I bonsai, come tutte le piante in vaso, hanno a disposizione uno spazio circoscritto dove poter sviluppare l’apparato radicale che col tempo tenderà a saturare lo spazio vitale ottimizzato per la crescita e questo ne rallenterà l’attività vegetativa e le relazioni di vigore.
Inoltre il rionvaso bonsai diventa occasione favorevole per rinnovare terricci più appropriati allo stato di avanzamento e di formazione della pianta.
Nella sostanza, si ripropone un suolo pronto a svolgere le funzioni in modo efficace ed efficiente (ritenzione idrica, scambio cationico e migliore ossigenazione).
Con il rinvaso bonsai si organizza la struttura dell’apparato radicale, si eliminano tutte le radici grosse, con i tagli si stimola la formazione di nuove radici piccole, suddivise e capillari.
È infine anche l’occasione per poter rinnovare forma e dimensione del vaso riducendone o aumentandone la dimensione in relazione alla coltivazione da attuare.
Perché è importante il rinvaso bonsai?
Per mantenere la pianta in costante salute ed equilibrio fino al raggiungimento della formazione/maturazione/mantenimento desiderati.
Piante diverse, esigenze diverse
A seconda dell’essenza che verrà trattata e della sua maturità ci saranno delle accortezze da predisporre per realizzare un rinvaso bonsai appropriato.
È sempre opportuno conoscere l’area dove si coltiva e la conoscenza delle specie che si coltivano: Pini, Aceri, Melo etc. perchè per ogni specie le accortezze saranno diverse.
Se non si ha esperienza il consiglio è di avere un riferimento iniziale di un esperto per procedere poi con sicurezza ed in autonomia.
Anche i tempi del rinvaso bonsai cambiano: più di sovente (anche una volta l’anno) per le piante giovani e a crescita veloce, mediamente ogni 2-3 anni per le piante con già una buona struttura, fino a 5 anni per piante vetuste, a crescita lenta e che richiedono particolari attenzioni.
Il rinvaso infatti è da intendere come un evento traumatico e molto delicato per la pianta e quindi vanno prese tutte le cautele e misure necessarie per creare il minor disagio possibile alla pianta bonsai.
In che periodo effettuare il rinvaso bonsai?
Ci sono diverse opzioni di rinvaso bonsai: in primavera (la prima scelta), in autunno (l’alternativa alla primavera in determinate occasioni) e il rinvaso d’emergenza.
- RINVASO IN PRIMAVERA
È senza dubbio la prima opzione. Il bonsai è ancora fermo ma a breve inizierà a svegliarsi riattivando tutti i suoi meccanismi interni.
I danni saranno quindi ridotti al minimo e saranno massimizzati i vantaggi. - RINVASO IN AUTUNNO
È da valutare come alternativa alla primavera in caso non fosse stato possibile rinvasare prima e non si vogliono aspettare altri mesi.
Di solito si effettua agli inizi di Ottobre e in maniera più conservativa rispetto al rinvaso primaverile (va comunque sempre considerata la zona climatica per posticipare leggermente o anticipare il rinvaso). - RINVASO D’EMERGENZA
L’evento accade in qualsiasi momento quindi diventa di necessità ossia quando cause di forza maggiore attivano l’emergenza.
Un esempio banale può essere la rottura del vaso oppure, talvolta per patogeni aggressivi che sovente investono l’apparato radicale.
Il materiale per il rinvaso bonsai
Per effettuare un eccellente rinvaso bonsai bisogna munirsi di tutti gli strumenti utili e adatti allo scopo.
Quella che segue è un breve lista in attesa di approfondire la scelta del terriccio e della tecnica del rinvaso.
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Forbici e tronchesi da taglio
Servono per tagliare le radici ed eventualmente sfoltire i rami - Bacchette di legno o di bambù
Servono a districare le radici e a farsi spazio nella terra o facilitare la penetrazione del substrato nuovo nelle sacche vuote che si presentano durante il rinvaso fisico. -
Uncino
In caso le bacchette non siano sufficienti si può adoperare l’uncino per districare le radici e sfaldare terreni compatti più energicamente, ne esistono ad uno, due o tre punzoni. - Pennello
Utile per pulire il terreno in superficie ma anche per accompagnare le radici più fragili nel vaso evitando manipolazioni manuali o con attrezzi che possono danneggiare e perfino rompere quantità esigue di radici. - Retine
Per impedire la fuori uscita del substrato attraverso i fori del drenaggio del vaso. - Filo
Per legare la pianta al vaso e dargli maggiore stabilità (Il bonsai deve essere saldamente ancorato al vaso). - Convogliatori
Di varie dimensioni, molto utili per inserire il terriccio nel vaso. - Setacci
Di varie dimensioni e magli , servono per dividere le varie granulometrie del terriccio e rimuovere le parti polverose. - Terriccio
Da scegliere le migliori qualità a seconda del bonsai trattato per ottenere i massimi vantaggi. - Vaso
Solitamente il rinvaso è anche occasione per cambiare vaso, riducendone la grandezza oppure il contrario, la forma o solo per fini estetici.
La scelta del terriccio
Scegliere il terriccio o la miscela di terricci adatti alla propria pianta è fondamentale per mantenerla in salute e ottimizzarne la crescita o il mantenimento.
I terricci sono presenti in varie granulometrie già setacciate o da setacciare.
È buona norma rimuovere i residui di polvere presente nel terriccio per evitare compattamenti del terreno con notevoli riduzioni di ossigenazione e ristagni di acqua, condizioni queste che possono innescare problemi di asfissia o marciume radicale.
Le granulometrie usate vanno dai 2 ai 7 mm mentre quelle superiori vengono usate per lo strato drenante o anche quale substrato consigliato per piante prelevate dove agisce in termini positivi per favorire la ripresa vegetativa.
Più la pianta raggiungerà lo stadio di maturazione, e più si useranno granulometrie piccole comprese tra 2-3 mm.
Ogni terriccio avrà delle peculiarità come il pH (che dovrà essere compatibile col tipo di pianta da rinvasare), proprietà organiche, meccaniche, ritenzione idrica, aerazione e capacità di scambio cationico.
Analisi dei vari terricci e ammendanti
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Pomice
È un terriccio inerte e povero di nutrienti. Favorisce l’aerazione ed è molto duraturo. -
Akadama
È un terriccio giapponese molto usato e ricco di micro elementi.
Favorisce l’aerazione ma non è molto duraturo tendendo a frantumarsi col passare del tempo. - Kanuma
È un terriccio giapponese con pH acido.
Favorisce l’aerazione ma non è molto duraturo tendendo a frantumarsi col passare del tempo. - Kyryu
È un terriccio giapponese molto usato e ricco di micro elementi.
Favorisce l’aerazione. - Lapillo vulcanico
È un terriccio ricco di micro elementi dove spicca il Ferro.
Favorisce l’aerazione e ha un’ottima capacità di trattenere l’acqua. - Terriccio universale
È un terriccio organico ricco di nutrimento.
Col tempo tende a ridursi in polvere. - Torba
È un materiale risultante da un deposito composto di resti vegetali organico, usato per il pH acido. - Carbone
Utile a correggere il pH del terreno. -
Zeolite
Di origine vulcanica ha un’ottima capacità di trattenere l’acqua e di ossigenazione e favorisce la radicazione. -
Humus
Ammendante organico che aiuta a mantenere il terreno in salute e ne aumenta la fertilità.
Come si effettua un rinvaso bonsai
Rispettando i consigli suggeriti precedentemente è ora di spiegare sommariamente le fasi di un rinvaso bonsai.
Per prima cosa bisogna pulire il primo strato del terreno nel vaso sopratutto se presentasse sporcizia o radici superficiali non utili al progetto.
Si prosegue con la preparazione della miscela di terriccio scelta e si prepara poi il vaso, lavandolo, posizionando sui fori di drenaggio le retine con trama idonea a non far fuori uscire i grani di terra di granulometria minore prevista e fermarli con il filo.
Si posizionerà il filo che ancorerà il bonsai.
Stratificazione del terreno: il primo strato sarà drenante, quindi di granulometria più grande. Preparazione del pane radicale: In questa fase si toglie tutto o in parte il vecchio terriccio utilizzando le bacchette e l’uncino, si taglieranno le radici grosse e fittonanti, si sostituiranno ove possibile gli allungamenti fino al punto di massima diramazione delle radici sottili, questo per stimolare la formazioni di radici arretrate, nuove e, di tessitura sottilmente capillare.
Si consideri sempre che un apparato radicale sarà il riflesso si una struttura rateale ben suddivisa e di crescita equilibrata.
Ultimata la pulizia, il taglio e riordino delle radici, si pone il bonsai nel vaso considerando il posizionamento all’interno della cornice e si svolge la nuova stratificazione del substrato di granulometria minore.
Si ponga particolare attenzione a riempié tutte le possibili sacche vuote di substrato punzonando il terreno per facilitarne l’assestamento.
Finito questa operazione si pulisce la parte superficiale del terreno, si ancora il bonsai e si procede alla prima annaffiatura.
Il rinvaso sarà praticamente ultimato dopo aver apposto sulla superficie dello sfagno di qualità (quest’ultimo lo si può preparare in precedenza ponendolo in un recipiente ampio, un sottovaso può svolgere questa funzione e si bagna), lo si pone sciogliendone le trama filamentosa a coprire la superficie del vaso.
La fase conclusiva prevede una sorta di rincalzo nel terreno seguendo il perimetro del vaso.
Un altro metodo comunque equivalente, prevede la stessa procedura ma si evita la bagnatura iniziale, quindi sarà sparso secco e bagnato con un nebulizzatore successivamente.
Esposizione post rinvaso
Dopo aver terminato tutte le operazioni è importante seguire alcune regole per evitare di vanificare il rinvaso bonsai appena eseguito.
Evitare quindi le zone assolate o giornate ventilate, o anche sbalzi di temperature repentini per almeno una ventina di giorni, successivamente posizionare nello spazio abituale.
Nel periodo post rinvaso si evitano le concimazioni.
Esse saranno considerate ed attuate soltanto quando si osserveranno segni di ripresa vegetativa.
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